Non ricordo come sono giunti a me, ma ricordo molto bene gli occhi di Elisa mentre gli spiegavo la mia fotografia.
Durante quel breve colloquio nel mio studio vidi nei suoi occhi uno stupore che mi fece subito capire che tra noi ci sarebbe stata intesa perfetta.
Così sono arrivato a quel giorno carico di una tensione positiva, perché sapevo che Elisa e Andrea si aspettavano da me il massimo.
Fare fotografia di matrimonio è bello e affascinante, è vero, ma vi assicuro che dover mantenere costante il livello, anzi alzarlo ogni volta un pelino di più, non è una cosa semplice. Perché c’è sempre quella volta che sei un po’ più stanco, o quell’altra che la tua testa è piena di pensieri, o quell’altra ancora che fa un caldo terribile e a un certo punto non stai più in piedi.
La tensione è subito smorzata all’arrivo in casa di Elisa, dove mi accoglie una tranquillità che sembra finta.
Il papà che guarda il televideo, il caffè già pronto sui fornelli, Elisa in camera sua che sta ultimando il trucco.
Mi sento a casa.
I minuti ci scorrono tra le dita con delicatezza, in silenzio. Non c’è bisogno di dirsi nulla, di preoccuparsi, perché questo giorno è fatto tutto e solo per noi, e anche se fuori minaccia pioggia, siamo sereni.
E’ il nostro giorno.
Siamo qui per questo.
Non può accadere nulla di male.